In un viaggio on the road nel 2018 sono andata a Memphis con tappa obbligata a Graceland, la casa museo museo di Elvis Presley. Da quella visita è nata una curiosità verso la sua musica e la sua vita.

Ultimamente, grazie all'uscita del film, i riflettori si sono accesi anche sulla figura del suo manager, il Colonnello Tom Parker. Un uomo dalla storia pressoché sconosciuta ma che, grazie alle sue intuizioni, ha fatto scuola dal punto di vista del marketing.
Io e Mr. Gwyn vi raccontiamo un po' di cosette.
E' il 1956, l'anno del successo e dello sfruttamento. Per la prima volta l'immagine di un mito della musica viene gestito in modo manageriale, generando un nuovo mercato creato dalla vendita di T-shirt, dischi, gioielli e gadget vari.
Così il Re del rock è anche l’uomo che cambia di colpo la percezione del merchandising. Elvis Aaron Presley, a metà degli anni Cinquanta, non solo stravolge la musica mondiale ma intuisce le potenzialità del mercato fatto di magliette, borse, bandane, profumi, cuffie per esseri umani e gatti (sì c’è anche questo in vendita oggi, al costo di mille dollari).
Tutto ciò accade insieme al fedele "Colonnello Parker" con il quale fonda la società “Elvis Presley Enterprises”, la prima al mondo nata per sfruttare i diritti musicali e di immagine di un cantante o gruppo musicale.
Elvis e il Colonnello Tom Parker decidono di guardare oltre i suoni, gli strumenti e la composizione, le sale di registrazione e il vinile. Capiscono in fretta che la neonata tv e le radio cominciano ad annusare odore di dollari in quell'affascinante ragazzo di 21 anni, venuto dal Mississippi, pronto a dimenarsi ancheggiando per attirare una parte della popolazione americana che sembrava dormiente: i teenagers. Proprio come accade oggi con gli youtuber, i ragazzi di allora ascoltano, al riparo dalle orecchie indiscrete dei familiari, quella musica carica di sensualità. È grazie a loro, e all’amore incondizionato per quello che sarebbe divenuto il più grande rocker della storia, che le fabbriche statunitensi di radio vedono crescere a dismisura gli ordini: nel 1958, nell’anno della consacrazione di Elvis, le radio vendute superano quota 5 milioni, fino ad allora ogni anno la richiesta era di soli 100mila pezzi l'anno.
Ogni adolescente inizia a chiedere una paghetta più alta per comprare i dischi di Elvis, uno dei suoi oggetti, le foto, i poster, le magliette con la sua immagine stampata sopra. Quei ragazzi hanno voglia di crescere in fretta seguendo Elvis come modello. Ora è lui il primo american idol. Frank Sinatra, ancora amato dagli over 21, è ormai superato. Elvis muove la sua fan base verso un nuovo consumismo fatto di jeans, gel per i capelli, sedute dal barbiere, dal parrucchiere, strumenti musicali e tanto altro.
Sempre nel 1956 Elvis conquista il suo primo disco d’oro e, con un milione di copie vendute, vede i suoi cachet crescere a dismisura: da poche centinaia di dollari ai 50mila per apparire tre volte all’Ed Sullivan show (più o meno 450mila dollari attuali). E proprio in seguito al successo di questa performance dal vivo, gli introiti di The Pelvis toccano la cifra astronomica di 300mila dollari (2,7 milioni di dollari di oggi).
Nel giro di pochi mesi nelle casse della neonata società "Elvis Presley Enterprises" entrano ben 22 milioni di dollari, 196 milioni attualizzati. Ma i profitti generati dall'amore per Elvis non bastano.

Per non perdere nemmeno una fetta della torta dei gadget dedicati al rocker di Memphis, il Colonnello sceglie di mettere in produzione anche la rappresentazione dello sfogo di chi, del cantante col ciuffo al vento, non ne può proprio più. Così oggi la spilletta “Io odio Elvis” è un accessorio raro e ricercato che vale molto più dell'iconica "Io amo Elvis".
Nel 1958, all'apice della sua carriera, Elvis è chiamato alle armi dall'esercito anche per stimolare, con concerti gratuiti, le truppe americane all'estero. Parker convince il cantante a svolgere il servizio militare per evitare di alimentare il malcontento di veterani, famiglie militari, senatori, politici e di tutti i fan del Re del Rock and roll.
Con questo spirito Elvis si fa tagliare i capelli davanti alle telecamere, un evento mediatico per l'epoca! Tutto questo lo aiuta a perde gradualmente la sua immagine da cattivo ragazzo che gli era stata attribuita per il suo famoso movimento dell'anca, le sue abitudini nel vestire e i suoi problemi con la polizia.
Durante l'assenza di Elvis, Parker non si accontenta di gestire solo le finanze del cantante. Capisce che deve nutrire virtualmente i suoi fan con la musica se non vuole perdere la loro attenzione. Perché niente è più musicalmente infedele di un giovane adolescente. Per questo motivo, il colonnello Parker pubblica regolarmente singoli registrati prima della partenza del Re per la Germania. Questa intuizione genera 3 milioni di dollari in entrata.
Nel corso della sua carriera, Presley interpreta 31 film, che rappresentano palcoscenici ideali per ballare e cantare insieme a belle ragazze, tra cui Ann Margret.
Il colonnello Parker vede questi film come la possibilità per vendere dischi e biglietti dei concerti e per garantire la visibilità fuori dall'America senza dover viaggiare.
Al contempo si rende conto che la colonna sonora del film potrebbe aiutare a vendere album e LP. Per questo motivo, ogni film deve avere almeno quattro canzoni di Elvis, idealmente cinque o più.

Qualunque cosa si pensi di quei film e della strategia del colonnello Parker, Hollywood permette a Elvis di guadagnare tonnellate di dollari in un momento in cui le vendite di dischi sono più difficili per la star, specialmente col nascere dei raduni di pace e amore, l'arrivo dei Beatles, dei Rolling Stones e dell'era psichedelica.
Parker mette in pratica una vera e propria strategia di visibilità di Presley, evitandone la sovraesposizione. Spiega di aver capito che apparire in televisione nei talk show è dannoso per le carriere degli artisti. "Se possono vedere Elvis gratis, non pagheranno per vederlo nei concerti o nei cinema", dice a più riprese. Secondo il Colonnello bisogna dare solo quel poco che basta per stuzzicare l'appetito dei fan e alimentare la loro immaginazione.
Allo stesso tempo opta per organizzare spettacoli in città meno attraenti per il resto dei cantanti, rispondendo in questo modo a chi gli chiede spiegazioni: "Scelgo queste città proprio perché nessun altro ci pensa!"
Anche se Elvis non si adatta mai del tutto alla nuova cultura musicale degli anni '60, il suo speciale del 1968, organizzato da Steve Binder fa segnare un picco di ascolti sulla NBC, record di quell'anno.
Questo successo televisivo gli permette di firmare un sostanzioso contratto a Las Vegas con l'International Hotel: due spettacoli a notte, sette sere a settimana, per quattro settimane, un ritmo infernale da sostenere.

Parker ha un'altra intuizione pubblicitaria vincente: su ogni cartellone pubblicitario a Las Vegas viene riprodotta una foto della star che firma il contratto davanti all'International Hotel in costruzione, catturando l'immaginazione dei fan e scatenando il caos nei media.
Elvis torna in televisione nel gennaio 1973 con lo spettacolo Aloha from Hawaii, presentato a Honolulu, che raggiunse 1,4 miliardi di spettatori in 54 paesi.
Questo spettacolo è l'ultimo grande momento di Elvis, la sua apparizione finale come superstar. L'album che ne nasce resta per 35 settimane in classifica, occupando la prima posizione per alcune di queste. È la prima volta per Elvis in 9 anni.

(Foto fatta da me dell'abito che indossò per l'occasione e vi lascio il link dello spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=DfjIOL5MxLY)
Quando nel 1977 muore, Elvis lascia una fortuna stimata in 150 milioni di dollari. Molto rapidamente, Parker comprende lo straordinario potenziale del Re a livello commerciale anche da deceduto.
Dopo aver annullato il tour e aver contattato il padre di Elvis, il colonnello si reca a New York per incontrare la direzione della RCA. Parker prevede delle vendite record dell'album nei giorni successivi e vuole assicurarsi che la RCA rifornisca a dovere tutti i negozi di dischi del paese.
Al contempo, incontra Harry "l'orso" Geisler, un uomo di 48 anni che è diventato milionario dall'oggi al domani vendendo poster e magliette di Farrah Fawcett (la diva di Charlie's Angels) all'inizio del 1977. La sua compagnia, Factors ETC Inc., possiede anche i diritti del merchandising relativo ai film di Star Wars e Rocky.
Il colonnello vuole massimizzare le entrate e firma un accordo tipo "Farrah Fawcett". A un giornalista che lo interroga sulla fine del Re, risponde con tutta serietà: “Elvis non è morto. Il suo corpo lo è, ma questo non significa niente. Non cambia nulla".
A questo proposito, l'industria dello spettacolo (musica compresa) deve molto al colonnello Parker che di fatto è l'inventore dell' "immagine del defunto".
Nel 1979 negozia più di 160 accordi per i quali riceve il 50% dei profitti.
Ma non è tutto.
Elvis Presley avrebbe potuto lasciare alla famiglia una delle più grandi fortune della storia dell'intrattenimento, se solo si fosse preoccupato della pianificazione finanziaria, piuttosto che godere liberamente e condividere la sua ricchezza come ha fatto. Negli anni successivi alla sua morte nasce un problema di flusso di cassa, soprattutto con Graceland che costa oltre mezzo milione di dollari all'anno in manutenzione e tasse.
Diventa così logico e inevitabile che Priscilla e gli esecutori testamentari aprano Graceland al pubblico. La villa diventa il fulcro del piano di marketing della tenuta Presley e nell'estate del 1982 spalanca le sue porte ai fan.

Nel 1983, attraverso un contratto di locazione a lungo termine, la Elvis Presley Enterprises (EPE) acquisisce la piazza del centro commerciale dall'altra parte della strada rispetto alla villa.
Costruita negli anni Sessanta e adibita a tipico centro commerciale suburbano, con la morte di Elvis la piazza diventa un luogo dove acquistare pacchiani souvenir, per lo più articoli di contrabbando non autorizzati dalla Presley Estate. Dopo aver assunto la gestione della proprietà del centro commerciale, la EPE inizia a sorvegliare le attività illegali e avvia un rinnovamento generale, pur continuando a onorare i contratti di locazione esistenti. Nel 1987 tutti i contratti di locazione scadono e Graceland inizia importanti lavori di ristrutturazione e nel 1993 ne acquista la proprietà. Oggi, tutti i negozi e le attrazioni della Graceland Plaza sono di proprietà e gestiti da EPE.
Il terreno dove si trovano il parcheggio per i visitatori di Graceland e la mostra degli aeroplani era già di proprietà dell'EPE, acquistato da Elvis nel 1962. Uno sviluppo importante per l'esperienza dei visitatori è l'aggiunta del jet Lisa Marie e degli aerei Hound Dog II JetStar, riportati a casa a Memphis in una joint venture con gli attuali proprietari e aperti per i tour a bordo nel 1984. Nel 1989 apre, invece, l'Elvis Presley Automobile Museum sempre a Graceland Plaza.
Nel 1999 viene acquistata una struttura alberghiera esistente nelle vicinanze, rinnovandola e ribattezzandola Elvis Presley's Heartbreak Hotel nel 1999.
L'Heartbreak Hotel viene chiuso nel 2016 per far posto a The Guest House at Graceland, un hotel resort da 450 camere. La Guest House at Graceland, che ha ricevuto il prestigioso Four-Diamond Rating di AAA, offre una gamma di strutture moderne, tra cui due ristoranti, spazi per riunioni ed eventi speciali e un teatro da 464 posti per spettacoli dal vivo e film.
Tutto il complesso di intrattenimento viene chiamato Elvis Presley's Memphis. È una struttura da 45 milioni di dollari e 200.000 piedi quadrati, ospita il museo di Elvis più grande e completo al mondo: l'Elvis The Entertainer Career Museum. Ospita anche Presley Motors, il nuovo museo automobilistico, oltre a due ristoranti, Discovery Exhibits e Soundstage.
Dall'apertura al pubblico nel 1982, Graceland ha ospitato più di 20 milioni di visitatori provenienti da tutti gli stati dell'Unione e da quasi tutti i paesi del mondo. Accogliendo oltre 500.000 visitatori ogni anno, è il monumento più visitato d'America dopo la Casa Bianca.
L'impatto economico totale sulla città dei visitatori di Graceland è stimato in 150 milioni di dollari all'anno o forse molto di più. La maggior parte dei visitatori di Graceland proviene da fuori città, portando nuovi introiti nella comunità, non solo visitando Graceland, ma frequentando anche altre attrazioni della zona, nonché hotel, ristoranti e negozi. A contribuire all'impatto locale è anche il fatto che EPE impiega circa 350 persone in modo continuativo, un numero che aumenta fino a 450 durante l'intensa stagione estiva.
Oltre la metà dei visitatori di Graceland ha meno di 35 anni, questo dato dice molto sull'attrattività ancora viva del marchio EP sui giovani. Tutto ciò possibile grazie alla musica, ma anche alle strategie di marketing messe in atto dal Colonnello.

Se alla EPE serve una social media manager in più, magari che si occupi dei fan in Italia, io sono qui!
Alcuni ricordi della visita a Graceland





